C'è un quartiere vicino
alla città ma lontano dal centro, con molte strade e nessuna via d'uscita. C'è
una ragazzina di nome Adele, che non si aspettava nulla dalla vita, e invece la
vita le regala una decisione irreparabile. C'è Manuel, che per un pezzetto di
mondo placcato oro è disposto a tutto ma sembra nato per perdere. Ci sono Dora
e Fabio, che si amano quasi da sempre ma quel "quasi" è una frattura
divaricata dal desiderio di un figlio. E poi c'è Zeno, che dei desideri ha già
imparato a fare a meno, e ha solo diciassette anni. Questa è la loro storia,
d'amore e di abbandono, di genitori visti dai figli, che poi è l'unico modo di
guardarli. Un intreccio di attese, scelte e rinunce che si sfiorano e
illuminano il senso più profondo dell'essere madri, padri e figli. Eternamente
in lotta, eternamente in cerca di un luogo sicuro dove basta stare fermi per
essere altrove. Silvia Avallone ha parole come sentieri allungati oltre un
orizzonte che davamo per scontato. Fa deflagrare la potenza di fuoco dell'età
in cui tutto accade, la forza del destino che insegue chi vorrebbe solo essere
diverso. Apre finestre, prende i dettagli della memoria e ne fa mosaici.
Sedetevi con lei su una panchina e guardate lontano, per scoprire che un posto
da dove la vita è perfetta, forse, esiste.
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venerdì 31 marzo 2017
Antologia di poeti contemporanei. Tradizioni e innovazione in Italia a cura di Daniela Marcheschi (Ugo Mursia Editore)
Chi sono i poeti più
significativi del nostro tempo? Travolti dall'iperproduzione amplificata dai
nuovi media, disorientati dalla latitanza dei critici, spesso i lettori di
poesia si muovono confusi tra le pagine, privati di solidi strumenti di analisi
e valutazione. Questo volume, firmato da Daniela Marcheschi, uno dei critici
oggi più autorevoli, propone l'opera di 21 poeti italiani, giudicati variamente
rappresentativi e validi da molteplici angolazioni; di ciascuno fornisce un
profilo bio-bibliografico e critico fondamentale per comprenderne genesi ed
evoluzione dell'opera artistica. Il risultato è un'antologia in prima persona
che, non solo, riapre il dibattito sulla poesia italiana di oggi su basi
critiche rinnovate, ma fornisce al lettore le linee-guida per comprendere
caratteristiche e peculiarità del "movimento" poetico italiano.
Un'opera che parla al pubblico, ai poeti e al mondo della critica.
“The Doors” – The Doors in direzione del prossimo whiskey bar di Giuseppe Calogiuri (iQdB Edizioni di Stefano Donno) all’Associazione Culturale "Musica e dintorni"
“The Doors” – The Doors in direzione del prossimo
whiskey bar di Giuseppe Calogiuri (iQdB Edizioni di Stefano Donno) sarà
presentato DOMENICA 2 APRILE 2017 alle ore 18,30 presso l’Associazione
Culturale "Musica e dintorni", via Gorgoni 16, a Cavallino (LE) da
Stefano Donno e Leda Cesari.
“Ci vuole coraggio. Sì, ci vuole molto coraggio nel
chiedermi di scrivere una prefazione a un libro su di una band degli anni ’60.
Perché, anche a voi che leggete, qual è il primo pensiero che vi viene in
mente? Sicuramente uno di quegli insopportabili gruppi frikkettoni, hippie,
pacifisti, lenti e insulsi sul modello di Mamas&Papas o Jefferson Airplane
(ne sono certo). Per fortuna, anche in quegli anni terribili dal punto di vista
musicale qualche luce affiorava nel buio. E, forse, una luce più di tutte,
quella di The Doors! Ed è di questa luce che questo libro vi parla. Meglio, ve
la racconta. E Giuseppe Calogiuri, conoscendo questa mia debolezza, ha saputo
trovare lo strumento e il coraggio giusto. Ma, forse, è necessario andare per
ordine… Il 4 gennaio 1967 The Doors pubblicano il loro primo album omonimo. Non
siamo in un anno qualsiasi, quel 1967 segnerà la storia degli Stati Uniti,
prima, e dell’intero mondo occidentale, poi. Già da qualche anno le forze
armate di Washington combattono lontano da casa una guerra non ufficiale.
Dall’inizio del suo mandato presidenziale, il “progressista” John F. Kennedy ha
cominciato a prendere i ragazzi del suo paese per scaraventarli dall’altra
parte del mondo. The Golden One (citando The Human League), figlio di una
famiglia arricchitasi spropositatamente grazie al commercio illegale di alcol,
ha precipitato gli Stati Uniti nel fango del Vietnam. Il suo successore, Lyndon
B. Johnson, ha continuato il lavoro. Anzi, lo ha portato alle estreme
conseguenze. Il 7 agosto 1964, il Congresso americano – approvando la H.J. Res.
1145 (conosciuta come la “Risoluzione del Tonchino”) – ha consegnato al
Presidente un assegno in bianco per portare le truppe ovunque ritenesse
necessario. È l’inizio della presidenza imperiale. E’ anche l’inizio, in
pratica, della coscrizione obbligatoria per i giovani americani. Quella carne
fresca serve. È indispensabile per combattere nelle paludi e nelle giungle del
sud-est asiatico. Nel 1968, saranno ben 500.000 i soldati impiegati in Vietnam
(con infiltrazioni anche in Cambogia e Laos per inseguire i charlie). In questo
clima, le Università sono le istituzioni che, più di altre, risentono della
guerra. I ragazzi che “vincono” alla perfida lotteria della coscrizione hanno
solo tre scelte: 1) accettare l’arruolamento; 2) scappare, magari in Canada
(come Jack Nicholson); oppure 3) scegliere la strada dell’obiezione di
coscienza. La terza è una scelta difficile, ti mette fuori dalla società e, per
questo, ci vuole un coraggio enorme. Un campione sportivo all’apice della
carriera rifiuterà più volte l’arruolamento e il 20 giugno del 1967 sarà
giudicato colpevole di tradimento. Quell’uomo era Muhammad Ali! Una nuova
strada doveva essere trovata. E qui la musica sarà fondamentale come mezzo di
aggregazione per tutti coloro i quali volevano fare qualcosa. Il 1967 regalerà
alla costa occidentale degli Stati Uniti la Summer of Love e al Vecchio
Continente la spinta alla rivolta studentesca, che in Europa inizierà nel
maggio dell’anno dopo. La scintilla partita dall’Università di Berkeley, in
California, diventerà fiamma viva in altri atenei, per trasformarsi in incendio
a Parigi. Il Monterey Pop Festival del giugno 1967 sarà il pretesto che
permetterà agli studenti di unirsi, confrontarsi e cogliere tutti i segnali che
artisti come Jimi Hendrix o The Who sputavano dal palco. Segnali che, in un modo
o in un altro, volevano dire rabbia. Beh, The Doors sono figli e, insieme,
strumento di quella rabbia e di quella società americana che è confusa e
terrorizzata dai suoi stessi leader. Una società che ha visto cadere i propri
miti politici con l’assassinio di Kennedy, o quelli sportivi, con l’arresto di
Ali, e che vede, continuamente, partire i propri ragazzi verso luoghi lontani e
impronunziabili per tornare, poi, in casse avvolte dalla bandiera a stelle e
strisce. Una generazione di giovani e adolescenti che si rifugia sempre più
nelle droghe. Magari nuove droghe come l’LSD, che aprono nuove porte. E queste
porte sono quelle già narrate da William Blake e che Jim Morrison, Ray
Manzarek, Robby Krieger e John Densmore faranno proprie e attraverseranno con l’arroganza,
l’incoscienza e la rabbia dell’età. Arroganza, incoscienza e rabbia che non si
possono non condividere e abbracciare. Abbracciare anche da parte di chi, come
me, è cresciuto con e nel punk, prima, e nella new wave, dopo. Un triade di
valori e sentimenti che tutti insieme risiedono in quella prima prova
discografica e che, qui, Giuseppe Calogiuri analizza e descrive con sapienza
tecnica assolutamente invidiabile (almeno da parte di chi crede che conosciuti
due accordi si possa e si debba formare una band!). Quello che avete tra le
mani non è un ennesimo libretto sulla band di Los Angeles, no. Sono pagine che
vi faranno fare un passo avanti sulla strada della conoscenza di un album
fondamentale. Un disco con veri gioielli. E alcuni sono gioielli sfrenatamente
gotici: come non citare la bellezza fulminante di The Crystal Ship. Pezzo che,
per il chiaro riferimento a leggende celtiche, avrebbe sicuramente fatto
innamorare i membri della Confraternita Pre-raffaellita di vittoriana memoria.
Il dolore che trasuda freddo e umido da End of the Night o l’incestuoso sangue
che sgorga da The End. Pezzo, quest’ultimo, che non può non ricordare In Cold
Blood di Truman Capote e a causa del quale, soprattutto, sono certo, il Re
Inchiostro Nick Cave avrebbe venduto l’anima per poter scrivere una murder
ballad come quella. Insomma, ora basta, inutile aggiungere altro. Giuseppe
Calogiuri vi ha invitato, vi ha aperto le porte e, come avrebbe cantato Ian
Curtis: “This is the Way… step inside!” (Prefazione di Daniele De Luca)
Giuseppe Calogiuri (1978) è nato a Lecce e qui vive e
lavora come avvocato specializzato in diritto d’autore e degli artisti. Alla
professione affianca l’attività di chitarrista ed ha all’attivo un decennio di
militanza nella prima tribute band salentina dei Doors, con la quale ha portato
il sound della band di Los Angeles in giro per la Puglia. Giornalista e
scrittore, tra i suoi lavori “Una buona giornata” (premio “Corto Testo”),
“Tramontana” (Lupo Editore, 2012), “Cloro” (Lupo Editore, 2016).
iQdB edizioni di Stefano Donno / Sede Legale e
Redazione: Via S. Simone 74 / 73107 Sannicola (LE) / Mail – iquadernidelbardoed@libero.it
Redazione – Mauro Marino / Social Media Communications
– Anastasia Leo, Ludovica Leo
Segreteria Organizzativa – Dott.ssa Emanuela
Boccassini (ema.boccassini@gmail.com)
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giovedì 30 marzo 2017
Il custode dei 99 manoscritti di Andrea Frediani (Newton Compton)
Roma, IX secolo d.C.
Nei secoli più oscuri del Medioevo, i pontefici contendono il potere
all'imperatore e alle famiglie patrizie. Quando in un'importante casa romana si
consuma un terribile delitto, viene alla luce un complotto che ruota intorno a
un misterioso manoscritto. È la Donazione di Costantino, un'arma in grado di
conferire un incredibile potere a chiunque ne entri in possesso. Il suo custode
è il bibliotecario Anastasio, un brillante cardinale che tutti vedono come il
futuro pontefice. Aiutato da Giovanna, un'aristocratica in cerca di vendetta,
Anastasio ha solo una settimana di tempo per evitare che il prezioso documento
finisca nelle mani sbagliate, prima dell'incontro tra il re d'Italia e il papa,
che potrebbe cambiare i destini del mondo. Ma i due devono anche lottare per la
sopravvivenza di fronte a un uomo spietato e sanguinario, disposto a tutto pur
di impossessarsene e far trionfare la sua fanatica visione del Cristianesimo.
Un thriller pieno di colpi di scena, ambientato in una città spettrale dove
imponenti chiese e palazzi aristocratici si alternano a ruderi e pascoli,
chierici e laici di buona famiglia a derelitti ed emarginati, zelanti
pellegrini a grassatori e assassini; è una Roma i cui abitanti vivono nella
costante paura del castigo di Dio, sotto forma d'incendi, piene del Tevere,
attacchi dei saraceni, influenza degli eretici ed epidemie di malaria: minacce
che pendono costanti sul capo dei protagonisti...
mercoledì 29 marzo 2017
Tiro al bersaglio. Un'indagine del commissario Lucchesi di Gianni Simoni (TEA)
Una mattina, all’alba,
lo squillo del telefono tira giù dal letto il commissario Lucchesi: c’è stata
una rapina al quartiere milanese QT8 ai danni di un vecchio droghiere, rimasto
ucciso da un colpo di fucile a canne mozze. Poche ore dopo, la Omicidi è di
nuovo chiamata in gioco al gran completo: in un appartamento del centro un uomo
è stato trovato morto, la testa spaccata da un colpo di martello. In entrambi i
casi, le piste si moltiplicano: dietro l'apparente normalità delle due vittime,
infatti, gli inquirenti scoprono verità torbide, una fitta rete di tradimenti e
bugie, ricatti e sotterfugi, traffici illeciti e sporchi inganni... Per stilare
una lista dei sospetti, c’è solo l'imbarazzo della scelta. Il commissario
Lucchesi, pur amando muoversi da solo, questa volta sa che dovrà avvalersi
della collaborazione di tutta la squadra. Nel frattempo, un dramma personale
travolge la sua compagna, Lucia Anticoli, e tra loro nulla potrà più essere
come prima... È una Milano amara e violenta la protagonista di questo nuovo
romanzo di Gianni Simoni, dove tra i muri delle case si consumano in silenzio
delitti squallidi, terribili, prodotti da una triste combinazione di
solitudine, povertà e delinquenza spicciola.
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